Articolo sul Giornale di Brescia del'1 novembre 2001
Riportiamo così come è stato scritto l'articolo pubblicato sul Giornale di Brescia. Non abbiamo sostanzialmente nulla da aggiugere dato che la situazione risulta chiara e ben descritta.
SIRMIONE - Inaccessibili, sbarrati da barriere con lucchetto, ovvero resi di fatto inutilizzabili dai fondali, o dalla mancanza di spazi di manovra o dall'assenza di parcheggi. È allarme scivoli nel basso Garda, nella zona compresa fra Lazise, nel Veronese e Desenzano. Lo lanciano 350 diportisti, proprietari di piccole imbarcazioni a vela, gommoni e motoscafi che da anni hanno come meta del loro andar per acqua il più grande lago italiano.
Ad innescare la loro reazione è stata la decisione dell’amministrazione comunale di Sirmione di chiudere, per problemi di sicurezza della circolazione, via Punta Grò nel tratto compreso fra il piazzale antistante il villaggio turistico «Il Tiglio» e l’area demaniale lacuale. Qui esisteva l'unico scivolo utilizzabile per calare in acqua le imbarcazioni senza dover affrontare una valanga di problemi. Il provvedimento, adottato con ordinanza dell’8 agosto, ha innescato la vivacissima reazione degli appassionati frequentatori delle acque del basso lago. Questi hanno contestato la decisione del Comune chiedendo la riapertura attraverso più lettere, annunciando un ricorso al Tar. Hanno anche attivato un sito internet (puntagro.ipfox.com) puntualmente aggiornato che ripercorre l'intera vicenda
e documenta con fotografie la situazione. Orbene i diportisti oltre a contestare l'iniziativa del comune di pedonalizzare la strada che, di fatto, vieta a chi ha un’imbarcazione di calarla a lago dallo scivolo che si trova alla fine della strada stessa, hanno effettuato una sorta di censimento degli accessi a lago per chi, nel fine settimana o nei giorni di ferie carica l’imbarcazione sul carrello, lo attacca all’auto e raggiunge il basso Garda per una gita. I risultati elencati in apposita pagina arricchita da foto, sono, per chi è possessore di imbarcazioni, deludenti. Nel senso che gli «scivoli» liberi per colore in acqua la barca, inutilizzabili senza pagare pedaggio, sono inesistenti. E ciò impedisce di andare per lago.
Ma vediamo l'elenco così come lo hanno stilato gli intraprendenti diportisti che, contro la decisione del comune di Sirmione, hanno inviato una petizione sostenuta da 350 firme tutte le di proprietà di imbarcazioni. Si parte da Pacengo, sulla sponda Veronese dove esiste uno scivolo utilizzabile però solo fino alle 10 del mattino, con parcheggio a pagamento. Un pomeriggio sul lago costa, solo di sosta, 20.000 lire. Due sono le strutture in territorio di Peschiera. A quella sita in località Pioppi si accede solo attraverso una piccola striscia di terreno che rende difficile ogni manovra. Nel porto invece lo scivolo è chiuso da piccoli piloni. In località Bergamini lo scivolo è stato chiuso con piloni e lucchetto mentre in zona Fornaci l'accesso è stato ristretto alla creazione di aiuole ed è impossibile effettuare la retromarcia. Inoltre non è utilizzabile con un’autovettura standard per la presenza di gradini. A Punta Grò di Sirmione lo scivolo non è più raggiungibile per la chiusura della strada; a Lugana lo scivolo è addirittura bloccato da una gigantesca chiatta mentre a Porto Galeazzi la sosta dei carrelli è espressivamente vietata. In località Brema di Sirmione infine le acque non sono balneabili e sono poco profonde tanto da consentire di far scivolare in acqua l’imbarcazione. Uno scivolo adeguato si trova al porto di Desenzano dove peraltro esiste il problema del parcheggio del carrello dell'autovettura. Per questo motivo i diportisti hanno nuovamente scritto al sindaco di Sirmione chiedendogli di riaprire via Punta Grò e lo scivolo, almeno in attesa, come ha scritto il sindaco Maurizio Ferrari, di poter realizzare una nuova struttura. e. s.
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