Ecco un nuovo articolo pubblicato sul Giornale di Brescia del 29 novembre 2001. Potete scaricare la pagina originale in formato pdf cliccando qui
Potete scaricare la pagina originale in formato Postscript cliccando qui
SIRMIONE - L'unico scivolo pubblico agibile sul Garda era stato sbarrato dal Comune
Alaggi chiusi, diportisti ricorrono al Tar
SIRMIONE - Inaccessibili, sbarrati con tanto di lucchetto, ovvero resi di
fatto inutilizzabili da fondali troppo bassi o da mancanza di parcheggi.
L'allarme scivoli per mettere in acqua, liberamente, un gommone o una
piccola barca a vela nel basso lago, fra Lazise e Desenzano, arriva al Tar.
A sottoporre ai giudici amministrativi il problema sono 7 utenti residenti a
Sirmione, Verona, Pozzolengo, Brescia e Monzambano. Chiedono di annullare
l'ordinanza con la quale il Comune di Sirmione ha istituito il divieto di
transito in via Punta Grò, impedendo così di fatto di accedere allarea
demaniale dove si trova, a dire dei ricorrenti, l'unico scivolo libero ed
utilizzabile della zona. L'azione intrapresa da Stefano Bua, Elisabetta
Rosa, Paolo Quinzani, Claudio Vedra, Venanzio Pagani, Massimo Melchiori e
Flavia Rotellio è sostenuta dal consenso di ben 420 diportisti che hanno
aderito con una firma allazione di protesta per liniziativa assunta dal
Comune. Molti, proprietari di piccole barche a vela, di gommoni, motoscafi o
barche da pesca, utilizzano gli alaggi liberi per calare in acqua la barca
caricata sul carrello trainato dallauto. Lalaggio è uno «scivolo» in
cemento che entra in acqua: qui facendo retromarcia si può sganciare
l'imbarcazione. L'operazione è gratuita: basta trovare uno scivolo agibile.
E quello di Punta Grò è risultato negli ultimi anni assai frequentato perché
oltre all'alaggio libero la zona offre anche un vasto piazzale dove
parcheggiare. Ma a bloccare l'uso dello scivolo ha provveduto, l'estate
scorsa, il Comune di Sirmione con l'ordinanza n. 53 dell'8 agosto. Il
provvedimento firmato dal comandante dei Vigili istituisce il divieto di
traffico (ad eccezione dei veicoli autorizzati e dei velocipedi) in via
Punta Grò nel tratto compreso fra il piazzale antistante il villaggio
turistico e l'area demaniale lacuale extraportuale. Per impedire il
passaggio è stata posizionata una sbarra in ferro. L'ordinanza è motivata da
pericoli per la circolazione stradale e pedonale derivante dalle
caratteristiche della strada, priva di strutture per transito e sosta in
condizioni di sicurezza, oltre allesigenza di tutela ambientale. I
diportisti scrivono al sindaco, chiedono di riaprire l'alaggio. Incontrano
il primo cittadino in settembre che ribadisce l'esigenza di tutela dell'ambiente. Viene inviata una nuova richiesta. Poi i diportisti aprono un
sito internet, raccolgono firme che ora sono salite a 420, pubblicano tutta
la documentazione, effettuano un censimento degli alaggi fra Lazise e
Desenzano. Sostengono che molti sono chiusi con lucchetto, o accessibili
secondo orari strani: addirittura o prima delle 10 del mattino o dopo le 7
di sera. Altri sono inagibili per i fondali troppo bassi o per la presenza
di barconi affondati.
Ed a questo punto è scattato il ricorso al Tar che chiede l'annullamento
dell'ordinanza e di ogni altro atto collegato. I legali dei ricorrenti
sostengono che l'ordinanza per essere valida doveva essere emanata dal
sindaco e non dal comandante dei Vigili, ed è carente di motivazioni. La
strada larga 10 metri, dotata di marciapiede e illuminata, poi non sarebbe
pericolosa.e. s.