Da Bresciaoggi del 9 giugno 2002





Fra Desenzano e Pacengo, sono tutti inagibili gli accessi demaniali per le barche

Gli scivoli a lago? Spariti

Nel mirino dei diportisti la situazione di Sirmione



di Maurizio Toscano







Ci sono almeno 30 chilometri di costa, tra Desenzano e Pacengo, nel Veronese, privi di scivoli dove poter calare in acqua un natante. Poi ci si mettono le immancabili reti di recinzione, i passaggi chiusi (abusivamente) da sbarre o da cartelli di divieto e, in ultimo, ordinanze di sindaci che, invocando presunti motivi di «ordine pubblico e di sicurezza», allargano la zona off limits ai diportisti nautici.

Con l'apertura della stagione turistica centinaia di proprietari di piccoli natanti, di derive e gommoni che frequentano il basso Garda si stanno trovando davanti a una situazione incredibile: tutti i passaggi sono desolatamente chiusi o impediti.

Malgrado le norme del codice di navigazione non prevedano e, anzi, puniscano queste forme di impedimento alla libera fruizione del demanio, la situazione negli ultimi anni è davvero precipitata. A fare una pubblica denuncia è Paolo Quinzani, diportista di Pozzolengo, prossimo alla laurea in ingegneria e animatore con un gruppo di amici dell'Associazione Amici della Vela e della Pesca, regolarmente iscritta nei pubblici registri, che conta proprietari di natanti di Brescia, Mantova, Verona e, perfino, di Cremona.

«A scatenare la nostra protesta - dice il giovane studente - è stata un'ordinanza del sindaco di Sirmione emessa lo scorso anno che chiudeva "per ragioni di sicurezza" la strada pubblica di Punta Grò, dove esiste l'unico scivolo libero per l'alaggio di barche. Noi abbiamo contestato questo provvedimento e abbiamo fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale, poi abbiamo raggiunto un accordo con il Comune prima che i giudici decidessero, e l'ordinanza è stata sospesa».

Ma l'associazione teme ora una nuova offensiva dell'Amministrazione comunale. Infatti, di recente, una domanda di richiesta di concessione di una piccola area vicina allo scivolo di Punta Grò, dove i diportisti intenderebbero lasciare in sosta i propri mezzi, è stata respinta dallo stesso Comune che ha comunicato di dover realizzare più avanti nel tempo un parco.

Replica Quinzani: «Noi non facciamo una questione su quello scivolo, il Comune però ci dica dove poter utilizzare un altro approdo in sua sostituzione. Siamo i primi ad essere favorevoli che quell'area divenga un parco naturale, ma come la mettiamo con le licenze edilizie già concesse o in via di rilascio per insediamenti che distano appena un centinaio di metri da Punta Grò?».

A dire il vero uno scivolo a lago si trova a Lugana Marina, a un chilometro di distanza da quello di punta Grò, ma da qualche tempo un pontone in stato di abbandono si trova proprio nello specchio acqueo antistante il passaggio, sicchè è impraticabile. Nessuno sa spiegarselo.

Inoltre, la zona, che è occupata dal distaccamento dei Volontari del Garda, è chiusa con rete e cancello. Il Comune ha dovuto interdire l'accesso ai veicoli a punta Grò perchè di sera c'è molto movimento per la presenza di prostitute e clienti, inoltre ha promesso di «realizzare un altro scivolo».