Gli «Amici della vela e della pesca» ricorrono al Tar dopo che il Comune di Sirmione ha chiuso la strada e demolito lo scivolo demaniale
Punta Grò, è di nuovo scontro per l’accesso a lago

I diportisti invocano la possibilità di accedere liberamente con le imbarcazioni alle acque del Benaco







È di nuovo "guerra" sull’uso dell’area a lago di Punta Grò. Dopo la chiusura al traffico della strada d’accesso e la demolizione nei giorni scorsi dello scivolo, l’associazione «Amici della vela e della pesca» con sede a Pozzolengo, che riunisce numerosi proprietari di imbarcazioni ha infatti proposto un nuovo ricorso al Tar di Brescia. Ai giudici amministrativi viene chiesto l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, di due provvedimenti. Si tratta della delibera numero 15 del 18 luglio scorso con la quale la Gestione associata delle funzioni delegate in materia di demanio lacuale extraportuale fra i Comuni bresciani del lago di Garda e d’Idro, che ha sede a Salò, ha assegnato la gestione dell’area demaniale di Punta Grò al Comune di Sirmione. Il ricorso, curato dall’avv Mario Gorlani, chiede anche l’annullamento dell’ordinanza n. 52 del Comune di Sirmione del 14 agosto scorso con la quale è stata chiusa al traffico la strada comunale che dalla Statale 11 conduce appunto all’area demaniale (ma anche alle adiacenti aree di proprietà municipale). Al centro del contenzioso che si protrae ormai da quasi due anni c’è lo scivolo a lago dell’area demaniale, ora demolito, ma da molti anni utilizzato da centinaia di diportisti bresciani ma anche mantovani, veronesi, cremonesi per accedere liberamente al lago di Garda. Qui infatti i proprietari di barche, gommoni, motoscafi potevano calare in acqua le loro imbarcazioni senza pagare pedaggio (trattandosi di un "alaggio" demaniale libero), ma anche parcheggiare l’autovettura con il carrello servito per trasportare la barca che, per una precisa norma del codice della strada, non può essere staccato dall’autovettura. L’Amministrazione comunale sirmionese aveva altri progetti per quell’area. In ballo c’erano la realizzazione di un parco intercomunale di Punta Grò e della Lugana, un Museo della pesca, percorsi pedonali, zone verdi. E nell’estate del 2001 aveva deciso, con ordinanza, di chiudere la strada vietando il transito agli automezzi. Provvedimento motivato fra l’altro dalla pericolosità della strada, dal fatto che veniva usata da prostitute per appartarsi. La decisione, di fatto, equivaleva alla chiusura dello scivolo non più raggiungibile. I diportisti proposero allora ricorso al Tar chiedendo l’annullamento del provvedimento viziato, a loro dire, dal fatto che l’ordinanza si basava sulla premessa che lo scivolo fosse di proprietà comunale. A fine anno si giunse ad un accordo fra le parti: l’ordinanza venne annullata in cambio del ritiro del ricorso. I diportisti tirarono un sospiro di sollievo. La loro posizione è sempre stata chiara. Sostengono che nel basso lago, fra Sirmione e Bardolino (nel Veronese), gli alaggi demaniali "liberi" sono stati quasi tutti chiusi o resi inagibili. Da qui l’uso di quello di Sirmione-Punta Grò perché era l’unico rimasto aperto e accessibile, per di più dotato di un vasto spiazzo dove lasciare in sosta auto e carrelli. I proprietari di imbarcazioni reclamano insomma il diritto di accedere liberamente al lago così come stabiliscono le normative. E per mantenere lo scivolo aperto la loro Associazione propose domanda di assegnazione in gestione proprio dell’area demaniale di Punta Grò che intendevano mantenere ad uso pubblico. Analoga richiesta avanzò il Comune. La decisione della gestione associata è stata favorevole al Comune di Sirmione che l’aveva chiesta per realizzare un percorso pedonale e un’area verde. Nel frattempo la Regione Lombardia aveva convocato, agli inizi di agosto, diportisti e rappresentanti dei Comuni di Sirmione e Desenzano per vedere di trovare una risposta alle esigenze dei proprietari di barche. Si parlò di soluzioni alternative che avrebbero soddisfatto le esigenze dei diportisti, della sistemazione di più alaggi con parcheggi. «Ma le uniche iniziative adottate da Sirmione sono state la firma di una nuova ordinanza con la chiusura al traffico della strada e la demolizione dello scivolo che insisteva sul terreno demaniale, chiuso poi con la costruzione di un muretto a lago a completamento di quello già esistente - dice Paolo Quinzani, esponente dei diportisti -. Noi chiediamo di poter accedere liberamente al lago di Garda. E in mancanza di alternative concrete abbiamo deciso di rivolgerci al Tar». (e. s.)



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