Dal Giornale di Brescia del 13 settembre 2003





Gli Amici della vela e della pesca attaccano l’Amministrazione comunale di Sirmione

Scontro sul parco di Punta Grò

«Avevano promesso area protetta e museo, ma siamo in pieno degrado»

SIRMIONE







Uno spiazzo con un tappeto erboso spelacchiato e tante erbacce; inoltrandosi verso Punta Grò si transita per un’area dove regnano rovi spinosi che in molti punti soffocano la vegetazione lacustre spontanea, alberi mai curati, un intrico di erbacce che impediscono fuori dal sentiero, il passaggio. Due piccoli rustici recintati con un furgoncino sotto il porticato si presentano in condizioni precarie. Più avanti c’è un grande spiazzo erboso che arriva fino al lago. «Altro che parco museo della pesca» affermano gli Amici della vela e della pesca. La zona definita dal sindaco Maurizio Ferrari: «un bene prezioso, una vera oasi naturale» appare in stato di abbandono e di degrado. La denuncia, forte e circostanziata, arriva, appunto, dall’associazione Amici della vela e della pesca di Pozzolengo che riunisce centinaia di appassionati diportisti, una sigla non nuova nell’ambito delle cronache sirmionesi. Gli esponenti del sodalizio hanno un po’ il dente avvelenato nei confronti del Comune. Nella zona di punta Grò, proprio quella che l’amministrazione va ripetendo da anni essere un "bene preziosissimo" tanto da volerla trasformare in parco con museo della pesca, esisteva uno scivolo a lago molto frequentato. I proprietari di imbarcazioni lo usavano per mettere in acqua le loro barche. Ma l’attuale amministrazione non ha mai visto di buon occhio l’affollamento estivo dei diportisti e nell’estate del 2001 ha chiuso la strada di accesso. Un ricorso al Tar ha costretto il Comune a revocare l’ordinanza basata anche sul presupposto che lo scivolo sorgesse su terreno comunale mentre si trattava di zona demaniale. Nel 2002 allora la Giunta di Sirmione ha chiesto al demanio di avere in concessione quell’area per "realizzare un percorso pedonale rientrando in un progetto di un parco pubblico". Ottenutala ha subito provveduto a demolire lo scivolo ed a chiudere al traffico la strada d’accesso. Ma già 3 anni fa il Comune di Sirmione aveva chiesto e ottenuto in concessione sempre a Punta Grò un’area contigua di 3.569 mq con due piccoli edifici rurali per realizzare il museo della pesca. A tanti anni di distanza l’associazione si chiede che fine abbiano fatto gli impegni assunti dal Comune nei confronti del demanio. «Sono rimasti lettera morta, carta straccia - dice Paolo Pirovano, vicepresidente dell’associazione -. Non esiste un parco pubblico degno di tal nome. Larga parte della zona di Punta Grò appare invece invasa da rovi, erbacce, cumuli di foglie secche. I due piccoli edifici rurali con la darsena non sono aperti, l’accesso è impedito da recinzione e cancello chiuso. Altro che museo della pesca. Anche la zona iniziale, quella dove un tempo c’ero lo scivolo, non presenta alcun segno del parco se si esclude un contenitore per l’immondizia ed il cartello di divieto di campeggio. Il terreno comunale e demaniale è rimasto com’era a fine anno con l’aggiunta di un po’ di terriccio e il suo livellamento».







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